Se ne è parlato

Lisa Ponti 

Lisa Ponti,Gio Ponti,Mitra Farahani,Jessica Russ,Ann Veronica Janssens,Pasolini,Federico Nicolao
Per gentile concessione di Galleria Federico Vavassori Milano
foto di Alessandro Zambianchi

Non è vero che la fantasia non ha limiti, è proprio su quella delicata frontiera che ci separa da noi stessi e dalle cose che Lisa Ponti costruisce il suo sapere, ed è lasciando lavorare la fantasia che con genio e candore, come diceva lei del papà Gio e di Lucio Fontana, ci ha portato nel futuro. Primogenita dell’Architetto con la A maiuscola, per tutta la vita, sin dai suoi studi in estetica alla facoltà di Filosofia, sceglie di camminare da sola, aprendo nel noto l’ignoto e cogliendo in ogni istante della sua vita l’opportunità per compiere piccole e grandi rivoluzioni. Solo apparentemente classificabile come la più preziosa collaboratrice dell’illustre papà, si è dedicata allo studio e alla casa paterni, all’edizione, alla critica d’arte e all’arte stessa, irrigando di idee delicate, precisissime e infallibili le discipline che ha attraversato. Grazie a una fedeltà antica alla sua opera, Luca Lo Pinto ha svelato al pubblico italiano un’ampia selezione dei suoi disegni nel museo romano che dirige, il Macro. È stata senza dubbio una delle mostre più interessanti dell’estate scorsa. Franco Toselli, a cui così tanto deve l’arte italiana degli ultimi cinquant’anni, e che subito intuì tutto quello che l’opera di Lisa ci avrebbe potuto dare, dice: «I suoi disegni hanno l’entusiasmo e l’allegria del risveglio».

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