Come e perché una fotografia può essere comica?

Perché inquadra, castigandolo, il vizio? Perché, da dietro la lente razionale dell’obiettivo, sottolinea la stupidità umana? Perché dissacra l’ordine politico-sociale vigente, la sua (a)morale, la sua (presunta) logica? Perché alza il riso contro la morte?

Lo studio che alcuni anni fa Concetta D’Angeli e Guido Paduano hanno dedicato al codice comico in teatro e letteratura insegna che tutte queste categorie sono labili e ambigue, che spesso un’istanza può scivolare nell’altra e una motivazione nasconderne una più profonda, come la repressione fa riaffiorare il rimosso (Il comico, il Mulino 1999). È un discorso che può valere anche per l’ottava arte?

Sono domande che vengono in mente visitando la mostra di Martin Parr Short & Sweet, al Mudec di Milano fino al 30 giugno.

L’esposizione curata dallo stesso Parr in collaborazione con Magnum Photos, la storica agenzia di cui fa parte dal 1994, è costruita idealmente attorno alla dichiarazione dell’autore: «Si può imparare di più sul Paese in cui si vive da un comico che dalla conferenza di un sociologo». E infatti molte delle sessanta fotografie esposte sembrano proprio delle caricature in istantanea.

I Mr. col vestito buono e le Mrs. – rigorosamente bocca arcigna e cappellino in testa – delle comunità battiste e metodiste che si fiondano sui buffet, inedite tavolate da Ultima Cena, tè e dolcetti sbocconcellati persino tra i banchi di chiesa, nella serie The Non-Conformists sullo Yorkshire in bianco e nero degli anni Settanta (già il titolo faceva intuire il gusto di Parr per tutto ciò che è ironico, anche i giochi di parole). Fino a scatti più recenti dedicati all’Establishment, ritratto certo meno benevolo delle élite inglesi, specialmente come si coltivano nei college di Oxford: consolidati decani, la cui lungimiranza è impedita dal ciuffo che cade sugli occhiali; giovani promesse con postura dinoccolata e sguardo arrogante; e poi feste di fine esami, schiuma e coriandoli che esplodono, fenomeno di gioia pura e interclassista. Una satira della sua Inghilterra.

La Englishness è un aspetto che Parr da tempo cerca di visualizzare e di comprendere

Del resto,

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