Come ogni martedì fino al 5 giugno, Gianluigi Rossini commenta per Snaporaz i singoli episodi dell’ultima stagione di Succession, la migliore serie TV degli ultimi dieci anni. 

Questa stagione è iniziata con i ragazzi uniti contro il padre, ma era chiaro che senza un antagonista la loro alleanza non sarebbe durata: in Living+ la rottura si compie definitivamente ed è incorporata nella struttura narrativa stessa, con una suddivisione in una storyline separata per ogni fratello. Roman ormai è l’unico a sperare in un ritorno dell’armonia e forse è anche l’unico a desiderarlo, il che lo rende ancora più manipolabile. Infatti da Honeymoon States in poi lo scontro, per quanto ancora indiretto, è soprattutto tra Kendall e Shiv, come ben riassume la scena inziale in cui il primo occupa la sedia della seconda. Shiv finora è perdente: aveva riguadagnato posizioni grazie all’alleanza con Matsson, ma qui subisce un nuovo colpo.

L’intreccio è costruito in modo da far salire la tensione al massimo per poi ribaltare le aspettative: nel preparare la presentazione del progetto Living+, Ken inizia a fare bizzarre richieste scenografiche dell’ultimo minuto, e inevitabilmente si ripensa al disastro di Too Much Birthday (settimo episodio della terza stagione), la folle festa per i suoi quarant’anni in cui voleva esibirsi appeso a una croce come Gesù – episodio peraltro scritto da Georgia Pritchett e girato da Lorene Scafaria esattamente come Living+. Di nuovo, tutto sembra andare storto: i tecnici non sono riusciti a ricreare le nuvole come richiesto (l’espressione di delusione sul volto di Jeremy Strong è straziante); Roman si tira indietro; Karl minaccia di svergognarlo pubblicamente. Arrivato sul palco, Ken ripete «big, big shoes» come un disco rotto e il panico ci assale. Invece poco alla volta l’atmosfera si rilassa, il pubblico ride e applaude, perfino il tentativo di sabotaggio di Matsson va in fumo. Lo stupido tweet “Doderick macht frei” peraltro era stato ispirato da Shiv, che a telefono con lo svedese aveva parlato di campi di prigionia per nonnine.

Su cosa si basa il trionfo di Kendall? Innanzitutto sull’assenza di Logan: in Too Much Birthday il crollo era iniziato dopo il poco amorevole messaggio di auguri paterno, “incassa i soldi e vattene affanculo”. Ora che non c’è più lui a sminuirlo, Ken è libero di ricreare la realtà a proprio piacimento: può trasformare l’idea triste di una gated community per anziani in una promessa di vita eterna, inventare proiezioni finanziarie spettacolarmente positive, perfino dialogare amorevolmente con Logan stesso. Il reale è ciò a cui credono gli investitori: è l’approccio da “gaslight umano” di cui parlava Shiv in Reharsal, aggiornato per l’era internet con un tono di apparente autenticità. Per la prima volta è Ken a manipolare Logan: ne altera digitalmente le parole, e dopo averlo usato per i propri scopi lo uccide simbolicamente, facendolo sparire con una dissolvenza in bianco. Nell’ultima scena, infine, Kendall si tuffa nell’oceano e riemerge galleggiando a faccia in su, un’immagine esattamente opposta a quella di Chiantishire (ottavo episodio della terza stagione), quando era quasi morto annegato in una piscina.

Questa vittoria è sicuramente provvisoria, ed è adombrata da una pericolosa solitudine. Sulla sabbia Ken disegna un 1: è lui il number one boy, ma è anche uno solo, dove prima erano in tre. Alla fine dell’episodio è da solo anche Roman, mentre Shiv invece è con Tom. Il corteggiamento tra i due è fenomenale, elettrico: un’alternanza di erotismo sadomaso e disarmante sincerità. La confessione di lui, in cui in sostanza le dice che l’ha tradita perché ama i soldi e il lusso tanto quanto ama lei, rompe uno dei grandi tabù dei nostri tempi. Viene in mente il Walter Siti di Troppi paradisi o Resistere non serve a niente: c’è una schiettezza accessibile solo ai ricchi, gli unici a non aver bisogno di bugie consolatorie per giustificare il fatto che in teoria siamo tutti “ATN citizens”, in pratica qualcuno può sorseggiare champagne su uno yacht gigantesco e qualcun altro no.

Così, mentre Ken si gode la vittoria in solitudine e forse si autoconvince delle falsità che ha raccontato al mondo, Shiv ha una spalla, un compagno di giochi, qualcuno con cui condividere “festa e strategia”.

Considerazioni sparse

Ci chiedevamo in che modo gli sceneggiatori avrebbero riportato Logan sulla scena post mortem senza poter usare i flashback. Be’, chapeau.

“Big big shoes”: ho dovuto rifletterci per capire cosa significasse. È la frase idiomatica “big shoes to fill”, cioè “una pesante eredità da raccogliere”. Viene da chiedersi se non sia proprio in opposizione a queste grandi scarpe che vediamo Matsson camminare scalzo.

Greg, senza farsi troppo notare, continua la sua scalata: ormai è un intimo di Kendall. Tom invece è tornato in quota Shiv. Lo scontro fra i disgusting brothers sembra inevitabile. 

In un episodio interamente ambientato negli studios di Los Angeles gli autori si sono divertiti a creare manifesti per i film Waystar, da Doderick and His Friends a Girlzero. Si può giocare a trovarne i corrispettivi reali: il mio preferito è Morons, che spernacchia i Minions.

Sulle implicazioni del progetto Living+ si potrebbe scrivere un saggio, anche perché è un’idea molto più realistica di quel che si potrebbe pensare: l’ispirazione viene probabilmente da Storyliving by Disney.

Per tutti i mediologi in ascolto: quanto è emozionante che una serie sia capace di mettere in scena un dialogo pieno di suspense in cui un personaggio dice: «Bilanciamento tra streaming e sale cinematografiche, creazione di franchise, marketing internazionale»?

Monitoraggio della trama presidenziale: Hollywood è preoccupata per lo spudorato appoggio della ATN a Mencken. Roman non è preoccupato, Mencken è solo “proprietà intellettuale, come qualsiasi altra cosa”. Shiv e Tom organizzeranno il party preelettorale abitualmente tenuto da Logan, e il prossimo episodio si intitola Tailgate Party. Ci siamo.